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STAZIONE CAPITINI
Elmenti di un'esperienza per la pace
A 55 anni dalla morte di Aldo Capitini (19 ottobre 1968) Bottegart presenta una nuovo lavoro sul filosofo, politico, antifascista, poeta, educatore italiano, riferimento assoluto della “nonviolenza” mondiale.
uno spettacolo di Sandro Mabellini
testo Gherardo Vitali Rosati
interpretazione Stefano Baffetti, Flavia Gramaccioni, Matteo Svolacchia
musiche originali Paolo Benvegnù
elementi scenici Francesco “Skizzo” Marchetti
Aldo Capitini (Perugia, 23 dicembre 1899 – Perugia, 19 ottobre 1968) è stato un filosofo, politico, antifascista, poeta ed educatore italiano. Fu tra i primi in Italia a cogliere e teorizzare il pensiero nonviolento, al punto di essere appellato come il Gandhi italiano. È stato l’ideatore della marcia per la pace Perugia-Assisi.
Capitini scrive Elementi di un’esperienza religiosa durante il Fascismo nel 1937; quello che scrive è un breviario di educazione antifascista per i giovani, con tutto quello che comporta. Il suo obiettivo – attualissimo – che oggi diventa il mio, è quello di instillare una consapevolezza della nonviolenza come risoluzione ai conflitti. Questo atteggiamento verso la vita – il fascismo – questa predisposizione ad accogliere una dittatura, è un rischio concreto della nostra società, laddove prevalgono l’ignoranza, la paura, la mancanza di ascolto e di apertura verso l’altro, il diverso, lo straniero. Il mio obiettivo come artista, è rimettere in circolazione il pensiero capitiniano in tutte le sue formulazioni: nonviolenza, noncollaborazione, compresenza, potere di tutti, liberalsocialismo. Oggi, come non mai, il pensiero di Capitini si fa attuale, necessario. Il suo sforzo è quello di prospettare una società altra, fondata su valori di solidarietà e di una concezione aperta della religione, come luogo dell’accoglienza e non dell’esclusione. Capitini aveva creato a Perugia i Centri di Orientamento Sociale; erano degli incontri settimanali aperti a tutte le classi ed estrazioni sociali. In questi incontri Capitini portava alla luce i problemi contingenti, a livello politico, sociale, religioso, e si confrontava in modo aperto con chiunque.
Ecco, lo spettacolo che immagino è una sorta di simulazione di questi incontri.
L’obiettivo progettuale è quello di creare un canale di confronto aperto – soprattutto per i giovani di oggi, che magari si identificano in un atteggiamento verso la vita qualunquista e privo di valori di solidarietà – in cui, attraverso una forma di spettacolo non pedante, possano rimettere in discussione il loro essere nel mondo a favore di una coscienza critica e di un essere solidale, con il rifiuto categorico della violenza come atteggiamento per la risoluzione dei conflitti.
Sandro Mabellini
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